Franco Zeri

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*L’idea prende spunto da “Il linguaggio dei nuovi media” di Lev Manovich, rielaborato e sistemizzata da me.
(Tit. Orig.: The Language of New Media - The MIT Press)
Lev Manovich
I tipi di Olivares collana: New Media (2002)
Il linguaggio dei nuovi media
pp. 408, 16,5x22,8 cm, ISBN 88-85982-61-1, € 27,00


La codifica numerica è alla base dei media digitali. In questa forma assumono caratteristiche linguistiche diverse dai media analogici. Mentre i primi ridotti a codice numerico sono manipolabili e programmabili, i secondi una volta impressi su un supporto (carta, nastro magnetico) rimangono indelebili e permanenti, non modificabili. La codifica numerica avviene nel processo di digitalizzazzione (1) (immagine o testo – OCR (2) o sintitezzazzione (suono) con l'ausilio degli scanner (2D e 3D (3) o con microfoni collegati ad un computer.
Mediante un software un media analogico viene scansionato o sintetitizzato e tradotto in media digitale, le immagini in pixel, il testo in set di caratteri ASCII (4), mentre le forme trimensionali statiche in voxel (5), le strutture 3D in movimento in NURBS e B-spline (6) (scanner 3D) e il suono in una sequenza di numeri binari (campionamento - sampling - quantizzazzione - sintetizzazzione).

Dalla cofidica numerica dei media e dalla possibilità del loro trattamento totale scaturiscono dei linguaggi inediti sul piano culturale e visivo. In questa elaborazione avviene una integrazione tra livello informatico e livello dei contenuti culturali. Questi linguaggi di tipo multimediale consentono di creare opere artistiche con la presenza di testi, audio, video, animazione in cui il fruitore può intervenire interattivamente modificando l’assetto dell’opera. Questa opere di tipo concettuali e cognitive risultano performative, cambiano l’apprendimento a secondo del tipo di utente.

Il trattamento dei dati numerici crea una nuova cultura artistica che sfrutta le potenzialità del digitale aperto (codice). I linguaggi nati dal digitale, attraverso il trattamento numerico, possono assumere vari aspetti da uno stesso contenuto: multimediale, interattivo con accesso randomizzato.
I vari media digitale hanno in comune lo stesso codice binario che ne consente la combinazione in varie opzioni ipermediale (un suono può essere programmato interattivamente insieme ad un video, come un’immagine e programmabile con l’agguinta di un testo linkabile).

I linguaggi nati dal digitale assumono delle caratteristiche, estetico-contenutistico, per il loro trattamento artistico in termini di manipolazione numerica.
Queste caratteristiche (Lev Manovich*) fanno parte di un processo di computerizzazzione dei media il cui risultato è la creazione di linguaggi sperimentali per elaborazioni interattive e multimediali di tipo artistico e tipiche del design.
Il processo parte dalla digitilazzione dei vari media, codificati numericamente, la cui manipolazione consente la loro programmabilità e scalabilità (modularità). I dati numerici si possono archiviare in una base di dati (Database*) e richiamarli quando si devono elaborare e programmare in modo interattivo. Nel processo di elaborazione avviene l’integrazione tra il livello computerizzato e il livello dei contenuti (trascodifica), il che permette di creare delle interfacce interattive e ipermediali, dove l’utente interagisce con l’opera modificando i percorsi. La rappresentazione in diagramma di flusso ci da un idea complessiva del processo elaborativo dei media digitali.

1. Digitalizzazzione
Acquisizione di un'immagine o di un suono attraverso scanner, microfoni e videocamere (con schede di acquisizione video o audio). Nella'acquisizione le immagini vengono convertite in un in numeri e se è un'immagine anche in un insieme di punti (Pixel).

2. Ocr - Optical Character Reader
Dispositivo o programma in grado di riconoscere i caratteri presenti in una immagine, e di convertirli in formati compatibili con i maggiori programmi di videoscrittura.

3. Scanning
Scansionamento automatico di un oggetto per acquisirne la geometria (mediante uno Scanner 3D). Un procedimento analogo, ma basato sul rilievo manuale dei punti salienti dell’oggetto mediante un apposito puntatore, si definisce invece 3D Digitizing.

4. ASCII
Acronimo di American Standard Code for Information Interchange, un codice a 7 bit che rappresenta le lettere fondamentali dell'alfabeto latino, i numeri ed altri caratteri utilizzati in informatica. I caratteri ASCII ci consentono di comunicare con i computer, che utilizzano un proprio linguaggio denominato binario e formato dai numeri 0 e 1. Quando digitiamo caratteri ASCII sulla tastiera (che per noi sono parole), il computer li interpreta in forma binaria in modo tale che possano essere letti, manipolati, memorizzati e recuperati.

5. Voxel
Abbreviazione di "volume element" o di "volume cell". Ogni voxel è una piccolissima unità di volume ed ha un valore numerico associato che rappresenta alcune proprietà di un oggetto o di un fenomeno reale. Il voxel è la controparte 3D di un Pixel.


6. NURBS
(Non Uniform Rational B-Spline) Le NURBS sono potenti interpolazioni di curve che vengono usate nella modellazione per creare oggetti piu' realistici e naturali. Essendo spline garantiscono una continuità di secondo grado quando più NURBS vengono unite.
Spline
Nei sistemi grafici vettoriali indica la funzione che consente di generare curve mediante l’impostazione di punti di controllo.


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