Franco Zeri

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Nella figura il modello di articolazione della spazialità interattiva , iniziato da Thurlemann e sviluppato da Omar Calabrase, con tre livelli di percezione:
1. Vista (messa in pagina - Editorial design);
2. Tatto (messa in forma - Product design)
3. tridimensionalità (messa in scena - cinemateatro, ecc.)

Omar Calabrase
Nato a Firenze nel 1949 e laureato in Storia della lingua, Omar Calabrese svolge attività di critico ed esperto della comunicazione. Insegna Teoria della comunicazione all'Università di Siena e Semiotica in quella di Milano.

Le opere multimediali per la loro natura (media usati dall'artista) si possono considerare come prolungamento delle funzioni cognitive dell'uomo come protesi con cui dialogare.

L' interfaccia (dialogo uomo/macchina), pelle e superficie tattile (spazio e spessore), è il mezzo con cui si costituisce la protesi comunicativa dove sono presenti tutti gli elementi (trigger) per l'interazione.
Con l'ausilio e l'integrazione del digitale il constructo artistico si fà realmente aperto, dinamico e polisensibile, attiva meccanismi di rilevazione e risposta, elaborando e interpretando i dati provenienti dal fruitore, reagendo con modificazioni fisiche.
L'interfaccia può essere aperta o pre-programmata (ciclica). Aperta perchè l'utente può modificare il codice sorgente, con cui è stata programmata, cambiando i connotati dell'opera; pre-programmata, compilata, perchè l'utente può intervenire solo su una interazione ciclica (ripetitiva) o su unanumero di operazione finite.
L'opera interattiva non può essere predetta, è effimera, a meno che non venga registrata, ma in questo caso si trasforma in memoria.
L'interazione è la modalità con cui l'opera reagisce e interagisce, si modifica, a seconda dell'azione dl fruitore creando una nuova sensorialità.
La partecipazione dello spettatore-fruitore, gli user, modifica l'opera con la sua osservazione e con il suo comportamento.
Il ruolo delle informazioni esterne, ambientali, diventa fondamentale per l'opera stessa.
L'opera è il risultato dell'interazione, non mai identica a se stessa, sempre diversa e metamorfica, si basa sulla differenza e non sulla identità. L'interazione e il coinvolgimento è la ragione dell'esistenza dell'opera. Si ribaltano i ruoli canonici tra artista (creatore) e fruitore.
L'opera diventa dialogica (che ha forma di dialogo) mediante l'approccio fisico-mentale (solo con il pensiero). Il fruitore non è solo il terminale del messaggio ma elemento del processo dinamico e plurivoco (imput e output) di comunicazione estetica.
Il sistema aperto artefatto/fruitore/contesto sono interconessi. L'arte partecipativa ha una funzione fondamentale: cognitiva, comunicativa e piscosensoriale.

Opera con relazioni sinesetiche (polisensoriale) colori-forme-suoni-sapori-odori-tattile.
I luoghi di rappresentazione off/on line:
- la rete, web Tv, per l'on-line;
- il cd e dvd per l'off-line:
- Il satellite e la banda larga.

I luoghi di questa espressione artistica, dal linguaggio relazionale, sono le gallerie e musei, ma sopratutto la rete, che permette la fruizione a distanza e senza il luogo degli eventi comunicativi, single-oriented (nomade). Nel telematic-network la paternità autoriale viene dispersa lungo il sistema.

Gli argomenti sono:
L'interconnessione, l'ubiquità telematica, l'interattività, la cooperazione, la biunivocità dell'atto comunicativo, risposta effettiva da parte del fruitore-emittente, la dimensione appercettiva polisensoriale.

spazio dell'interazione
Spazio dell'interazione (O. Calabrese)